Metti una sera… con John Peter Sloan

A tu per tu con “Il più efficace professore d’inglese mai apparso nel nostro Paese” (cit.)

Sangue irlandese e inglese scorre nelle sue vene. A 16 anni lascia la terra madre, l’Inghilterra, e viaggia per l’Europa come cantante e chitarrista. Nel 1990 arriva in Italia e, prima di diventare autore e attore comico, fonda il gruppo rock The Max, attivo fino al 2000.

È John Peter Sloan, “Il più efficace professore d’inglese mai apparso nel nostro Paese”, come lo ha definito Antonio D’Orrico ne Il Corriere della Sera.
John si dedica, nel Bel Paese, all’insegnamento della lingua inglese che trasmette con un metodo in cui giocano un ruolo determinante il divertimento e l’umorismo. Lo abbiamo incontrato al Centro Congressi Confartigianato di Vicenza, il 10 maggio scorso, in occasione della serata di presentazione del corso “English al lavoro show”.

John Peter Sloan

Peter, personalità poliedrica: attore comico, autore e insegnante, noto volto televisivo, cantante. Quanto sei, in percentuale, ciascuno di questi caratteri?
Sono 100% comunicatore. Per 17 anni ho fatto il cantante in un gruppo rock inglese. Quando ho smesso, ho iniziato a insegnare inglese in aula e tutti mi chiedevano il perché di un cambio così improvviso, eppure per me sono due esperienze molto simili. In entrambi i casi, infatti, sono in piedi, davanti un pubblico, e comunico cose a quest’ultimo. Il contenuto di ciò che trasmetto è diverso, certo, ma per il resto è tutto uguale. Anche quando faccio cabaret o televisione comunico.

Nato in Inghilterra, ora vivi e lavori in Italia. Cosa ti manca del tuo Paese quando sei in Italia e cosa ti manca dell’Italia quando sei in Inghilterra?
Non mi manca niente dell’Inghilterra, forse mia madre. Invece quando vado in Inghilterra mi manca la gente italiana.

Quante lingue conosci?
Due, inglese e italiano, ossia quelle che mi servono.

Da dove è nata l’idea di insegnare l’inglese usando gli strumenti del divertimento e dell’umorismo?
Sono io così. Non ho passato notti insonni per elaborare un metodo di insegnamento. Non sono un insegnante qualificato, nel senso burocratico della parola, nessuno mi ha spiegato come fare. Ho usato la logica e la realtà dei fatti. Alla prima lezione uno studente mi ha chiesto “Cos’è get?”. Gli ho risposto “Un cambio di stato: in italiano dici “io mi alzo”, mentre in inglese è un cambio di stato, da giù a su, I get up (mi alzo). In italiano dici “mi arrabbio”, in inglese è un cambio di stato, da calmo ad arrabbiato, I get angry (mi arrabbio), oppure to get married (sposarsi) è anch’esso un cambio di stato: da felice a fregato” (ride, ndr). Con la battuta rilasso i miei studenti e la conversazione che ne segue è come se venisse fatta in un pub.

Secondo te, che approccio abbiamo noi italiani con l’apprendimento delle lingue?
Gli italiani odiano l’inglese, perché sono geni, e quando una cosa è insegnata male si sentono stupidi. All’italiano non piace sentirsi stupido, perché teme di essere lui in difetto, quando spesso la colpa è del metodo adottato. E così sviluppa un’antipatia per la lingua.
Se, invece, l’insegnante spiega bene, l’italiano vola, perché è nato per imparare le lingue, è creativo. Se agli italiani vengono dati gli strumenti giusti di apprendimento, fanno un “c**o” così a tutti!

Che riscontri hai avuto fino ad ora con il tuo insegnamento “atipico”?
Gli studenti vogliono farmi statue ovunque. È quanto dicono loro. Ci sono un sacco di persone che ora lavorano in Inghilterra grazie ai miei libri. Ne ho le prove. Comunque so fare molte cose, ma molte altre no, come cambiare una lampadina.

Completa:
– Piatto preferito inglese / italiano: indiano / pesce
– comico preferito inglese / italiano: Stewart Lee / Francesco De Carlo
– luogo preferito inglese / italiano: Tintagel in Cornovaglia / Sicilia
– parola preferita in inglese / in italiano: crest / boh e mah
– serie di Netflix o film in inglese con i sottotitoli in italiano / con i sottotitoli in inglese / senza sottotitoli? Dipende il livello di inglese. Se è intermedio, zero sottotitoli, perché distraggono molto. Il mio suggerimento è di guardare un film prima in italiano, goderselo, e poi in inglese, senza sottotitoli.

E tu? Come hai imparato così bene l’italiano?
On the street. Per strada. Non l’ho mai studiato e non ho il blocco che ha l’italiano, io mi butto ed è il consiglio che dò a tutti i miei studenti.

John Peter Sloan e insegnanti madrelingua inglesi tornano a Vicenza da maggio a settembre per il corso English al lavoro a cui ci si può iscrivere scegliendo tra 3 livelli di difficoltà:
Business 1 (livello A1)
Business 2 (livello A2)
Business 3 (livello B1)

La metodologia didattica utilizzata è diretta, e punta sull’automatizzazione della produzione orale, portando l’allievo a mettere in pratica fin da subito lo Speaking. Inoltre velocizza l’ascolto, la comprensione e la risposta.

Al termine del corso c’è la possibilità (opzionale) di proseguimento per ottenere la CERTIFICAZIONE BEC – Preliminary (Business English Certificate della University of Cambridge LIVELLO B1), riconosciuta sia dal BRITISH COUNCIL, che al livello internazionale.

Per ulteriori informazioni e per le iscrizioni cliccare qui.

Questo percorso di Innovarti è promosso dal Digital Innovation Hub di Confartigianato Vicenza con il prezioso supporto di CESAR Formazione.

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